Una Pinacoteca di opere e di colori

La giornata di oggi è all’insegna della cultura volterrana. Una visita guidata ci illustra i percorsi del museo, prima di acquistare a fine tour alcune pubblicazioni sulla Pinacoteca e sul territorio nel bookshop presente a piano terra.

La Pinacoteca ed il museo civico raccolgono opere di grande valore storico e artistico, confluite nel Palazzo Minucci Solaini dal conservatorio di San Lino in San Pietro, dagli Spedali Riuniti, dai nuclei medievali e moderni del Museo Guarnacci. Ma andiamo con ordine…

 

Un po’ di storia

La guida ci spiega che la Pinacoteca di Volterra ha avuto la sua origine nel 1842, quando Luigi Fedra Inghirami, operaio della cattedrale, iniziò a raccogliere nella cappella di San Carlo, annessa al Duomo, alcuni dipinti provenienti da chiese, monasteri e compagnie soppresse della Città.

Agli inizi del XX secolo (nel 1905) il soprintendente Corrado Ricci volle realizzare una raccolta di opere della Città e propose di costituire una galleria pittorica comunale al secondo piano del Palazzo dei Priori, dove vennero raccolte le opere più significative presenti nella cappella di San Carlo, e altre di proprietà comunale, demaniale e di enti cittadini. Scelse opere che non si trovavano più nei loro luoghi originari o perché gli edifici che le avevano ospitate erano pericolanti o soppressi.

Dal 1982 la Pinacoteca è ospitata nelle sale del Palazzo Minucci Solaini – dove siamo adesso – esempio notevole di architettura del tardo 1400, attribuito ad Antonio da S. Gallo il Vecchio.

Oggi alla Pinacoteca si affianca il Museo Civico, che comprende opere di grande interesse, provenienti da enti non più in grado di assicurarne una adeguata tutela e valorizzazione.

Oltre alle statue lignee, a ceramiche medievali ed opere che raccontano la vitalità artistica di Volterra, toccata dalle scuole fiorentine, senesi e pisane, la Pinacoteca ospita opere di pregio, fra cui la Deposizione della Croce del Rosso Fiorentino, l’Annunciazione, Vergine in trono e Santi di Luca Signorelli, la Madonna della Rosa, la Madonna in trono con bambino e Santi di Taddeo di Bartolo, il Cristo in gloria con quattro santi di Domenico Ghirlandaio, San Sebastiano fra Santi Bartolomeo e Nicola di Neri di Bicci, il pittore Pieter De Witte.

Ma queste sono alcune opere.

 

Un insieme di opere e di colori

La visita inizia e passiamo in rassegna le varie opere. Quella considerata la perla della Pinacoteca è senza dubbio la pala raffigurante la “Deposizione dalla croce” del Rosso Fiorentino, firmata e datata 1521, una tavola olio su tela di oltre 3×2 metri, realizzata per la cappella della Croce di Giorno, annessa alla Chiesa di San Francesco, che visiteremo nei prossimi giorni. La data sembra coincidere con quella della tavola eseguita per la pieve di Villamagna, oggi presente al Museo di Arte Sacra di Volterra.

Osserviamo stupiti la pala, dominata dai colori e dalla tonalità unica del rosso, quella del Fiorentino.

Nella parte alta i personaggi si muovono in maniera concitata lungo le scale, come acrobati, sorreggono il corpo di Cristo mentre delicatamente e con cura lo depongono dalla croce. In basso a sinistra una donna distrutta è sorretta da altre due, mentre una terza, quasi sdraiata, è intenta ad abbracciarle le gambe. A destra San Giovanni piange e raccoglie il volto tra le mani, disperato e schiacciato da così tanta oppressione. È bellissima!! Rimaniamo vari minuti ad ammirarla, intensa nei colori e nei movimenti dei personaggi, sembra dare luce tutto intorno.

In un’altra sala è esposta “l’Annunciazione” di Luca Signorelli, realizzata nel 1491 è divisa in due dalla prospettiva di un loggiato: la metà di sinistra raffigura l’Angelo Gabriele appena apparso di fronte a Maria, con le ali morbidamente piumate ed il panneggio di seta vaporoso, mentre sullo sfondo domina un paesaggio aperto. La metà di destra raffigura Maria che sembra indietreggiare sorpresa dalla visita dell’Angelo, mentre lascia cadere un libro che fino a poco prima era tra le sue mani. Io e Cassian rimaniamo estasiati nell’ammirare questo dipinto a tempera su tavola e ci colpisce anche lo sfolgorio dei colori dei marmi, della pavimentazione a scacchiera e le basi delle colonne. Quanta grazia e delicatezza. Se mi chiedessero di scegliere tra queste prime due opere che abbiamo visto sarei sicuramente in difficoltà, ognuna è unica nello stile che le rappresenta.  

“Il Cristo in gloria tra santi” del Ghirlandaio, datata un anno dopo quella di Luca Signorelli, raffigura il Cristo in un bagliore luminescente, attorniato da cherubini ed altri angeli in preghiera. Appare nell’atto di benedire, con un libro aperto dove si leggono due lettere greche “Alfa” e “Psi”. Funge da sfondo un paesaggio luminoso e fantastico ricco di particolari fiamminghi.

Infine il “Compianto su Cristo morto” di Witte Peter detto Pietro Candido, considerato il suo capolavoro e la più apprezzata delle opere volterrane, dimostrando di aver conseguito una piena maturità stilistica. In primo piano il corpo del Cristo sorretto dalla figura di Giovanni, mentre intorno ci sono la Vergine, la Maddalena ai suoi piedi e le pie donne.

Dietro si estende un paesaggio con una città, la roccia di un monte e la collina del calvario. Anche questa è veramente bellissima e piacevole!!

Non voglio svelare altro, per non sciupare l’attesa e le aspettative – senza dubbio soddisfatte – di chi ancora non ha visitato questa galleria.

 

Biglietto cumulativo: ottimo!!

Queste, tra le tante opere custodite nella Pinacoteca di Volterra, ci hanno donato una mattina piena di arte e di cultura, alla scoperta di quelle uniche nel loro genere in una Città ricca di storia.

Nell’osservarle io e Cassian ci siamo scambiati le nostre impressioni e sensazioni, poiché non immaginavamo che Volterra racchiudesse valori storici ed artistici così preziosi!!

La nostra visita finisce nel punto vendita di libri e oggettistica presente al piano terra, dove acquistiamo alcuni testi da rileggere con calma durante questi giorni di vacanza. Non è difficile immaginare che potremmo tornare nuovamente ad osservare queste opere dopo essersi documentati in maniera più approfondita.

Fortunatamente il nostro tour culturale non termina qui!! Perché con il biglietto cumulativo, valido più giorni –  acquistato presso i musei di Volterra e consigliato anche da alcuni membri del consiglio degli Amici della Natura di Volterra – potremmo visitare altri musei della Città.

Vi diamo appuntamento per la nostra prossima visita all’insegna della cultura e dell’ecoturismo!!

 

Iris

una turista, che ha riscoperto la “lentezza”