Cosa lega i Gruppi Scout all’ecoturismo?

Io e Cassian siamo arrivati a Volterra di prima mattina ed abbiamo deciso di depositare subito i pochi bagagli alla casa per ferie “Il Vile”, nonostante la nostra prenotazione prevedesse il nostro arrivo in tarda serata. E così abbiamo fatto.

Percorsa la strada bianca che ci ha condotto alla casa per ferie degli Amici della Natura di Volterra, qui abbiamo conosciuto i primi componenti del consiglio, intenti a parlare con un gruppo scout.

Dai loro dialoghi abbiamo capito che avevano pernottato nelle camere nelle notti precedenti e che stamani avrebbero dovuto lasciare la casa. Il soggiorno era piaciuto a tutti così tanto che prospettavano l’ipotesi di trattenersi ancora, con tende da campeggio (in loro dotazione) all’esterno, per portare avanti le loro attività.

In questo modo non ci avrebbero disturbato, né interferito con il nostro soggiorno al Vile.

Ci siamo subito resi conto che la loro scelta di pernottare in tenda non era dovuta alla nostra presenza nella casa, bensì alla volontà dei giovani – ragazzi e bambini – di vivere fuori anche durante la notte.

In quell’istante io e Cassian ci siamo guardati… meravigliati della loro richiesta! Pur essendo in piena estate, noi con i nostri 35 anni, mai avremmo pensato di dormire all’esterno.

Incuriositi dal loro modo di agire abbiamo iniziato a fare la loro conoscenza e alcuni del gruppo scout ci hanno spiegato nel dettaglio la loro attività.

 

Scout: turismo a impatto zero

Nei loro occhi leggevamo entusiasmo e divertimento per aver fatto il barbeque le serate precedenti, dove i più piccoli erano affiancati dai più grandi per un lavoro di gruppo.

Alcuni ragazzi si erano dedicati alla pulizia della casa e dei bagni… altri si erano divisi i compiti nella grande cucina del Vile, intenti a cucinare. Un altro gruppo controllava che nessuno lasciasse rifiuti in giro.

24 persone, tra bambini e ragazzi (maggiorenni e non) con compiti ben precisi, tutti operosi a portare avanti la propria mansione.

Gli scout grandi, di circa vent’anni, ci spiegavano che a questa età i principi base sono la solidarietà, l’altruismo, la democrazia e la legalità. Ogni azione è spesa per aiutare chi vive situazioni di disagio e marginalità ed è a questo punto che si coronano gli insegnamenti educativi del gruppo scout: prima il gioco e poi l’avventura sono le fondamenta del percorso.

Gli scout sono ragazzi che amano campeggiare, sia sui monti che in collina, si costruiscono tutti i comfort che la natura può loro offrire, partecipano a giochi divertenti ed appassionanti, trovano la strada grazie ad una bussola, ad una carta topografica e all’orientamento con il sole o le stelle.

I più piccoli ci raccontavano come avessero imparato a camminare nel bosco, intorno alla casa per ferie “Il Vile”, senza fare rumore per scoprire e seguire le tracce di un animale selvatico. Hanno udito ed imparato a riconoscere il canto degli uccelli, per poi imitarli fino a terminare la giornata tutti insieme a cantare e scherzare allegramente.

Alcuni erano così emozionati che hanno deciso di dormire con la testa fuori della tenda da campeggio, per osservare la volta celeste, contare le stelle e andare a “caccia” di quelle cadenti. Lontano dalle luci cittadine, il bagliore della Via Lattea rischiarava i loro giovani volti, in una notte senza Luna ed io mi immaginavo i loro occhi eccitati scintillare al buio.

 

Il metodo scout

Flora, una bambina di 12 anni, raccontava a me e Cassian le sue “avventure”. Si era unita al gruppo scout da qualche mese ed insieme ai suoi compagni progettava, costruiva, imparava… con capacità tecniche acquisite nel corso dell’ esperienza.

Non si distraevano con la tecnologia, giochini e smartphone, perché i cellulari erano tutti requisiti dai capi scout e le famiglie potevano contattare i figli solo la sera, chiamando uno dei responsabili del gruppo.

Il metodo scout, vissuto ormai da milioni di ragazzi, si basa su principi cardine:

  • conoscenza di se stessi
  • impegno
  • responsabilità personale
  • coeducazione
  • rispetto delle regole
  • responsabilità sociale
  • rispetto della natura e dell’ambiente

È stato a questo punto che si è accesa in me la volontà di conoscerli meglio. Certo, sapevo già chi fossero i gruppi scout, ma non ho mai avuto la fortuna di parteciparvi attivamente in veste di componente; adesso la possibilità di farlo da vicino mi entusiasmava!

Così ho proposto a Cassian di chiedere al gruppo scout se potevamo assistere alle loro attività quella sera, visto che sarebbe stata una delle ultime presso la casa per ferie “Il Vile”.

I gruppi scout sono movimenti educativi informali, che attraverso la fantasia, il gioco, l’avventura, la vita all’aria aperta, l’esperienza comunitaria hanno lo scopo di formare il carattere, l’abilità manuale, la salute e la forza fisica dei ragazzi.

Semplici qualità, ma necessarie a formare un uomo libero ed un buon cittadino.

Lungo questa strada impegnativa i ragazzi di varie età sanno che l’importante non sarà arrivare, quanto fare del proprio meglio.

Allora… che l’avventura abbia inizio!

 

Iris

una turista, che ha riscoperto la “lentezza”